La chirurgia orale, meglio conosciuta come chirurgia odontostomatologica, comprende una serie di procedure per la risoluzione di problematiche legate al cavo orale, quali:
L’ estrazione di denti erotti non recuperabili, di residui radicolari, di denti in inclusione o semi inclusione ossea (estrazione denti del giudizio) rappresenta una delle più frequenti applicazioni nella pratica della chirurgia orale. Soprattutto nei settori posteriori della mandibola ma anche della mascella, la mancanza di spazio sufficiente nell’arcata dentaria, è causa della parziale o totale inclusione dei molari del giudizio. (fig.1) Questa eruzione incompleta può essere periodicamente causa della comparsa di ascessi dentari che comportano dolori locali e diffusi all’emiviso, può essere causa di accumulo di materiale alimentare con possibile formazione di carie sia sull’elemento coinvolto che su quello contiguo. In alcuni casi la disodontiasi del terzo molare è associata alla formazione e allo sviluppo di cisti che si ingrandiscono a spese del tessuto osseo circostante in zone ad alta valenza anatomica per la presenza di strutture importanti come il nervo alveolare inferiore.
Le lesioni di origine endodontica che non rispondono o che non possono essere trattate con le terapia endodontica convenzionale, prevedono un successivo step chirurgico mediante il quale, tramite una finestra ossea, viene eseguita la rimozione di parte dell’apice radicolare dell’elemento coinvolto (apicectomia), alla sua sigillatura e ad una attenta toilette dell’area ossea in cui risiedeva la lesione granulomatosa o cistica.
L’implantologia orale si occupa della sostituzione di elementi dentari non recuperabili o mancanti mediante l’inserimento di impianti dentari endo-ossei. La tecnica standard prevede, dopo l’estrazione dell’elemento compromesso, un’attesa di circa 3-4 mesi al fine di ottenere una completa guarigione del sito estrattivo. Dopo questa fase di guarigione viene inserito l’impianto che rimane sommerso per tutto il periodo dell’osteointegrazione (dai 4 ai 6 mesi). Durante questi mesi l’impianto sviluppa la sua stabilità secondaria, che è il risultato dell’intimo contatto tra la superficie dell’impianto e l’osso che lo circonda. La fase successiva (Stage 2) consiste nella scopertura dell’impianto e nella connessione di una vite di guarigione alla testa dell’impianto che consente di procedere alla fase di protesizzazione. La finalizzazione estetica e funzionale avviene mediante un’impronta di precisione che consente la realizzazione del manufatto protesico. I nuovi materiali permettono di realizzare le singole corone, i ponti o anche intere arcate senza l’utilizzo di metalli, incrementando così la biocompatibilità tissutale e il risultato estetico. Oltre alla metodica standard oggi sempre più spesso si cerca di ridurre al minimo gli step chirurgici e protesici. L’inserimento dell’impianto contestualmente all’estrazione dell’elemento dentario non recuperabile (Immediate Extraction Placement) è, ad esempio, una tecnica che consente, qualora vi siano determinate condizioni indispensabili, di inserire l’impianto nel sito dove è stata appena eseguita l’estrazione dell’elemento dentario senza aspettare i tempi di guarigione del sito. Questo permettere di ridurre i tempi di finalizzazione protesica e abbrevia quindi l’attesa per la consegna del manufatto definitivo, con un maggiore comfort per il paziente.
Qualora l’elemento da sostituire sia presente in una zona ad alta o altissima valenza estetica, se la stabilità primaria dell’impianto lo consente, oltre all’estrazione e all’inserimento dell’impianto si può immediatamente collegare all’impianto stesso una capsula provvisoria. Questa metodica chiamata Carico Immediato (Immediate Loading Immediate Provisionalization) ha preso ultimamente sempre più piede proprio per la possibilità di offrire al paziente la sostituzione del dente non recuperabile e la finalizzazione estetica in un solo tempo chirurgico. Perché la tecnica possa essere eseguita con ampia predicibilità di risultato è necessario che alcune condizioni chirurgiche e protesiche vengano rispettate. Nella nostra pratica clinica quotidiana riusciamo ad eseguire il trattamento implanto-protesico con ognuna di queste metodiche, conciliando le necessità e le richieste dei pazienti con il rispetto del timing biologico della metodica chirurgica scelta.
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